Il primitivo nome del casale di Vettica Minore, attestato sin dal 1039, era Bectica Pizzula o Bectica Minor. Il termine bectica potrebbe derivare dal vocabolo latino vectigal e dovrebbe essere, di conseguenza, collegato ad una sorta di imposta forse di carattere agricolo.
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Ciò sarebbe ulteriormente confermato dall’esistenza del toponimo Bectica Major, attribuito ad un altro casale ancor più occidentale di Amalfi, che sin dal XVI secolo, unito a Praiano, costituì una Universitas a se stante. Il paesaggio agrario medievale di Vettica Minore era caratterizzato da vigneti, castagneti e boschi; negli ultimi secoli i vigneti hanno lasciato il posto ai limoneti, come avvenuto in varie zone della Costa. Nella zona prospiciente il litorale, costituito da rocce scoscese verso il mare, vi erano soprattutto terrazzamenti coltivati a uliveti, affiancati a volte da boschi attrezzati con reti applicate tra gli alberi per la cattura delle quaglie a maggio e a settembre (trasita de cotornicibus). Sparsi tra le vaste aree coltivate ma gravitanti intorno alla Via Maestra dei Villaggi, erano diffusi vari nuclei di abitazioni, contraddistinte da case a più piani con ambienti per la vinificazione e cisterne.
Un caseggiato particolare era la Casa Pagurillo, originaria di Agerola, il cui cognome oggi è diventato Paolillo. Tra le abitazioni erano talvolta presenti piccole torri difensive, documentate tra il XV e il XVI secolo. La più importante fu edificata nel 1568 sul Capo di Vettica o Capo della Vite, nell’ambito del programma vicereale spagnolo di difesa delle coste meridionali.
Le proprietà delle abitazioni più signorili erano della nobiltà amalfitana, mentre quelle segnatamente rurali appartenevano a famiglie autoctone, che praticavano sia le attività agricole che la pesca; qualcuno di essi si impegnava anche nella navigazione mediterranea. Fin dal XVI secolo nelle case di Vettica veniva praticata l’arte della seta, con una produzione annua superiore alle 300 libbre. La chiesa parrocchiale è dedicata a S. Michele Arcangelo, e nel 1208 era di patronato della nobile stirpe amalfitana dei de Comite Orso. Altre chiese di piccole dimensioni erano diffuse lungo i pendii. Tra queste ricordiamo S. Nicola de Petra, nel 1213 di patronato della nobile stirpe amalfitana dei del Giudice e nel 1460 dipendente dal casato degli Issalla.
Una grotta di grandi dimensioni, sita al di sotto del monastero di S. Rosa, riporta la denominazione di S. Nicola; essa nel passato era ricca di fossili preistorici. Le fonti medievali citano anche le cappelle di S. Angelo e di S. Giovanni de Geza, quest’ultima risalente all’Età Normanna. All’interno di una grotta situata sulla spiaggia fu edificata la cappella di S. Croce, la quale estese la propria denominazione sia all’antro che alla spiaggia antistante. Lungo il litorale sorgeva la chiesa di S. Marco, che fu distrutta da una forte tempesta di mare. Nella località detta Dudaro erano presenti le chiese di S. Pietro e di Tutti i Santi; altre ancora erano intitolate a S. Maria, S. Sebastiano, s. Bartolomeo e S. Luca. Nel sito montano detto FInestro vi era la chiesa di S. Vito nelle cui vicinanze fin dalla metà dell’XI secolo era attivo il monastero benedettino maschile di S. Salvatore de Cospidi, che divenne in seguito convento francescano; le vestigia dell’edificio tutt’ora ben evidenti, si trovano nella giurisdizione del comune di Agerola.
Emergenze artistiche e architettoniche
Parrocchiale di San Michele Arcangelo: La chiesa è testimoniata dal 1208. Allo stato attuale è la ricostruzione controriformata e poi barocca di una chiesa medievale di dimensioni più modeste. La navata è completata da una scarsella, che presenta al centro un dossale in muratura che ospita una tela manierista. Vi sono dipinti la Madonna con Bambino tra San Michele e Sant’Andrea. Nelle due edicolette laterali, le pitture murarie con gli Apostoli Pietro e Paolo, ripresi dai cartoni preparatori di Domenico Morelli per la facciata del Duomo. Nelle cappelle laterali alcune tavole di pregio. La prima è la Madonna del Rosario, opera di un pittore Napoletano, ma con ascendenze stilistiche fiamminghe Scipio Nutus. Fu commissionata dalla confraternita della Madonna del Rosario nel 1583. Un’altra tavola è quella della Madonna del Carmine con le Anime Purganti, ascrivibile alla fine del secolo XVI. In ultimo è degno di nota il fonte battesimale, che presenta in bassorilievo dei fiori con girali di petali, sia sulla vasca che sul piede.
Cappella di Virgo Potens: Questa è l’antica cappella di Santa Maria, testimoniata già nei documento del secolo XV. Di patronato delle famiglia Molignano e Sorrentino. Addossati alla struttura interessantissimi ambienti medievali. Questa chiesina ha avuto una storia molto travagliata. Nel secolo XIX fu adibita a cimitero, dismesso dopo pochi decenni per l’esiguità delle fosse, e dopo un restauro fu riaperta al culto nel 1893. La chiesa conserva la tela e la statua della Virgo Potens, nonché un’altra tela con San Domenico. La facciata è caratterizzata per la presenza di un campaniletto e da pitture murarie: nel timpano una Vergine con Bambino in un turbinio di angeli. In due edicole laterali, sono appena visibili i Santi Andrea e Nicola. Quest’ultimo, vuol ricordare la presenza su uno scoglio accessibile dalla sottostante via Pubblica su cui si ergeva la cappella di San Nicola de Petra.
La grotta di S. Croce:Sulla spiaggetta della località, in un profondo antro si conservano ancora i resti della chiesetta dedicata alla Santa Croce. Era composta da un’aula rettangolare con tre absidi nella parete di fondo. Nel medioevo dipendeva dall’Abazia Benedettina di Positano, nel Cinquecento passa sotto la cura dell’Arcidiocesi.
Architetture civili e militari: Nella parte bassa dell’abitato, in una località che prende il nome di Capo delle Vite o Capo di Vettica, è ancora presente una torre vicereale. Secondo il Camera, sarebbe stata costruita nel 1568. Nel Settecento era di proprietà di Domenico Camardella, che vi spese 40 ducati per lavori di riparazione. Nel 1867 viene venduta, divenendo abitazione privata. Tipologicamente è una torre a quattro troniere.
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