Il casale di Tovere si estende nella parte più alta della collina, confinando con Agerola, e contemporaneamente più in basso con Furore, Conca e Vettica Minore. Nelle fonti altomedievali viene indicato come Tobulum, toponimo probabilmente collegato ad una capanna agricola.
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Le coltivazioni maggiormente diffuse nel Medioevo in quel territorio erano i vigneti, mentre nelle zone più alte il paesaggio era boschivo con la presenza di canneti.
Sin dall’XI secolo in quell’area esistevano edifici di significative dimensioni (Domus) associate a vigneti e ad ambienti per la produzione vitivinicola. Come accadeva pe gli altri casali di Amalfi, anche a Tovere in Età Angioina furono costruite piccole torri per la difesa dei possedimenti agricoli. I principali proprietari di quell’area appartenevano alle famiglie nobili amalfitane degli Augustariccio e dei da la Lama. Ad ogni modo i monasteri di San Lorenzo del Piano e di San Basilio possedevano varie terre con immobili.
Anche a Tovere si sviluppò gradualmente nel Basso Medioevo una classe di mediocri, rappresentata da piccoli proprietari terrieri. Tra il Medioevo e l’Età Moderna nel casale erano presenti alcune cappelle dedicate a S. Maria della carità, S. Marciano, S. Felice, S. Lorenzo, S. Sebastiano. Inoltre una chiesette rupestre era intitolata alla SS.ma Trinità, costruita dentro una grotta.
La chiesa principale è intitolata a S. Pietro Apostolo ed è attestata sin dal XIII secolo, epoca in cui aveva già un rettore. Fu fondata dagli antenati di Luca de Marino detto Spizzatortile, vissuto nelle seconda metà del XIV secolo.
Emergenze artistiche e architettoniche
Chiesa di San Pietro Apostolo: la particolarissima struttura, caratterizzata dall’alta torre campanaria, fu fondata nel secolo XII dalla famiglia del toverese Luca de Marino detto “Spizzatortile”. Presenta oggi una grande sacrestia, che inizialmente doveva fungere da atrio della chiesa, a cui si accedeva dal campanile che scavalcava un tratto ormai scomparso di Via Maestra dei Villaggi. Questo atrio di forma vagamente quadrata presenta un pilastro centrale su cui scaricano quattro volte a crociera, il lato a monte è traforato da tre vani, che dovevano fungere da cappelle funerarie di membri eminenti della zona. Una di queste presenta ancora un decorazione in stucco medievale caratterizzata da un intreccio di nastri. In questo ambiente, l’elemento più caratterizzante è l’affresco di San Pietro in trono in vesti pontificali. La cattedra del Santo presenta caratteri giotteschi, assimilabile ai prodotti locali di Roberto d’Oderisio. Il Santo Apostolo è raffigurato tra i Santi Nicola e Benedetto. Entrati in chiesa, che presenta un irregolare impianto a tre navate, ha conservato del suo passato glorioso tre bassorilievi in marmo, il primo presenta le chiavi incrociate, simbolo del titolare. Le altre due sono le lapidi sepolcrali di Leonardo de Fusco, morto nel 1453, e di Vincenzo Vetticano, morto nel 1537. Nella chiesa era conservato un pregevolissimo crocifisso ligneo bassomedievale, trafugato nel 1974. I ladri si lasciarono alle spalle parte delle mani, la nodosa croce, ad albero della vita, che termina nella parte alta con un pannello trilobato con raffigurato il pellicano che si punge il petto e nutre i suoi piccoli. A corredo del crocifisso la manierista tavola dei dolenti. Questa tavola lignea, recentemente restaurata, completava la scena del calvario. Formata da tre pannelli vi sono raffigurati la Vergine Addolorata, la Maddalena e San Giovanni. Sullo sfondo in basso un paesaggio montano, e nei due angoli in alto il sole e la luna. Un vano posto a monte della struttura ricorda in antico, la presenza della chiesetta di San Sebastiano. Sotto la navata più esterna della chiesa è ancora oggi presente un piccolo ipogeo, nella cui abside sono ancora visibili tracce di affresco. Nell’ambito della Parrocchia sono ancora presenti la cappella della Madonna del Carmine, sita in Via Maestra dei Villaggi, e documentata nelle Sacre Visite del Settecento e la cappella, ricostruita nel secolo scorso, dei Santa Caterina, lungo la pedonale Santa Caterina Per Agerola.
Grotta della SS.ma Trinità: In una grotta tra gli abitati di Tovere e Vettica Minore sono ancora visibili i resti di un antico eremitaggio monastico. Il sito è conosciuto dal 1138. Nel grande antro, accessibile da un sentire che principia da Via Maestra dei Villaggi, oggi si riscontrano muri di contenimento, i resti della chiesa, costruita in più fasi; ed altri manufatti legati alla vita dei monaci.
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