Il territorio di Lone occupa le basse propaggini del monte Scorca, confinando ad oriente con Pastena, e ad occidente Vettica Minore, diviso da questa terra dal Vallone Vocito o di Santacroce. Insieme alla terra di Tovere, non ha un territorio molto esteso, ma è caratterizzato da una spiccata verticalità.
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A questo si aggiunge la presenza del più alto numero abitazioni medievali di un certo livello, molte databili tra i secolo XII e XIII. Il suo toponimo, nella forma antica Leonum, doveva essere collegato ad un personaggio particolarmente in vista dell’aristocrazia amalfitana del secolo IX. Il maggior numero di dimore si addensa lungo una sorta di promontorio. L’abitato è diviso in due zone: quello raccolto ai lati di Salita Tuoro, che innestandosi da Via Maestra dei Villaggi arriva a quota 253 metri s.l.m.; e Salita Carammone che sempre principiando da Via Maestra dei Villaggi si ricongiunge con Salita Tuoro, formando la Piazzetta Tuoro. Qui si congiungono altri due assi viari: Via Fiume, verso Vettica e Via Capoderini verso Pogerola. In Via Fiume, il cui nome è collegato alla presenza del fiume Vocito, già dal 867 è attestato l’insediamento fortificato della Civitella, fondato da Vitale, comes annalis della repubblica amalfitana tra il I settembre 865 e il 31 agosto dell’866, sotto il governo del Prefetto Mauro. Nell’ambito della Civitella vi era la chiesa battesimale di San Giovanni Battista. Dall’altro lato, Via Capoderini, rimanda alla famiglia di nobili mercante dei Derini. Uno dei suoi esponenti, Leone, vissuto negli anni Settanta del secolo X, era un mercante-navigatore che commerciata tra Antiochia ed il rione Babilonia del Cairo. Nella zona bassa dell’abitato nel 1202 fu fondata dalla famiglia Corsaro la Chiesa Parrocchiale di S. Maria di Lone. Aveva una configurazione a due navate, con annesso il campanile, un oratorio confraternale ed alcuni locali di servizio. Dal 1494 è attestala la Congrega della Maddalena, estinta per esiguità di rendite alla fine del secolo XVII. L’edificio sacro fu demolito per problemi statici nel 1894. La nuova parrocchiale fu ricostruita poco più a monte tra il 1894 ed il 1923. Riccardo Buonocore nel 1477 edifica in piazzetta Tuoro la chiesetta di San Sebastiano, chiusa al culto entro il 1636, oggi è parte di un’abitazione. A metà di Salita Carammone, oggi sottoposta alla moderna rotabile, vi è una seconda chiesina palaziale. Si tratterebbe, non avendo riscontro documentari di chiese di Lone nel sito, della antichissima chiesa dedicata a S. Matteo, facente parte delle chiese documentate nel territorio di Pastena. Era di patronato delle famiglie d’Alagno e de Guizzone. Nella prima metà del Settecento l’area era denominata S. Angelo, forse un cambio di titolo avvenuto in età moderna. Nella zona bassa di questa terra, sulla spiaggia di Doglie, in una località che ancora oggi si chiama Capo della Pigna nel 1305 era attestato un possedimento fortificato con oliveti, una casa ed una torricella di guardia. Nel secolo XIX era ancora presente una chiesa dedicata a S. Caterina. Nel 1378 in località Polverosa, non distante dalla zona Fiume, Costantino de Oliva possedeva alcune domus, con porticato sottostante, forno e cisterna. Il padre Filippo, si fregiava del titolo di sire, che certamente aveva ottenuto dalla Corte di Napoli. Egli era un esponente di quella nuova nobiltà amalfitana, sorta in età Angioina. La terra di Lone, durante i tempi della repubblica indipendente (893-1131), svolse in parte una funzione difensiva della città di Amalfi. Nel Basso Medioevo, l’aristocrazia, sia amalfitana che autoctona realizzarono ampie strutture residenziali.
Emergenze artistiche e architettoniche
Parrocchiale della Natività di Maria SS.ma: Si tratta del solo luogo di culto rimasto nel territorio di questa terra. La costruzione cominciò nel 1894, fu consacrata l’8 settembre 1905 e completata nel 1923.
Pur essendo moderna è caratterizzata da un impianto a croce latina, con cupola e cappelle laterali. In più vi sono conservate tutte le suppellettili che era presenti nella vecchia chiesa. L’oggetto più prezioso è la pala d’altare, una tavola lignea della Madonna col Bambino ascrivibile al secolo XV.
In origine era il pannello centrale di un trittico manomesso intorno al 1636. Nei pannelli laterali erano dipinti i Santi Giovanni Battista e Andrea Apostolo, la parte alta era completata da un cimasa con Dio Padre.
Sempre al secolo XV è ascrivile un piatto da colletta con scritte in tedesco medievale, e decorato con un fiore a girali di petali. La chiesa ha mantenuto l’antico fonte battesimale di periodo tardo rinascimentale, con vasca ottagonale su alto piede di marmo. La chiesa conserva due tele, una di S. Lucia, ed uno di San Nicola che venera il crocifisso, entrambi del secolo XVIII, ed ascrivibili all’ambito del pittore Paolo de Maio. Nella seconda tela, nell’angolo in basso a destra è riconoscibile lo stemma della famiglia De Riso di Lettere. Al settecento è ascrivibile la statua della Patrona, e le statue di Sant’Antonio da Padova e di San Pan Pasquale Baylon. Il campanile a tre livelli, è completato da un cupolino su alto tamburo.
Architetture Civili:
Come anticipato prima, in questo territorio sono presenti il più alto numero di dimore medievali di un certo livello, qui un veloce elenco: all’incrocio tra Via Maestra dei Villaggi e Salita Tuoro è ubicato uno degli esempi residenziali più rilevanti della zona. L’attuale configurazione si è ottenuta dal congiungimento in linea di volumi residenziali. Sia i più antichi che i più recenti sono ascrivibili al secolo XIII. La sua mole, per similarità strutturali con il Santa Rosa, ha fatto si che i locali erroneamente lo chiamassero “il Convento”.
Procedendo su Salita Tuoro, un secondo immobile medievale, presenta ancora tracce della decorazione esterna di età rinascimentale, in cui è visibile lo stemma del presule amalfitano Girolamo Vitellio de Glanderoni, che probabilmente pose qui la sua residenza estiva. Poco più a valle di questa casa, edificata nel 1820 vi è l’edicola a San Michele Arcangelo.
In località Civitella, è ancora presente una domus su tre livelli del secolo XIII, forse in parte ha inglobato la residenza del comes annales Vitale. A valle di Via Capoderini, un ulteriore domus che nel tempo ha subito vari rifacimenti. La parte più antica è ascrivile al basso medioevo. Anche questa domus, forse la parte più antica ha inglobato parte dell’antica dimora dei Derini.
A metà di Salita Carammone, di poco sottoposta alla chiesina di San Matteo, è presente una palazzo gentilizio, edificato nel corso del Seicento, segno di nuove famiglie facoltose presenti nella zona. A valle di Via Maestra dei Villaggi, in un fondo che fa da perno ad alcune domus, vi sono i resti di una cappellina rupestre biabsidata. Nella parte più bassa del borgo, nell’ambito di Capo della Vigna, è ancora visibile un’abitazione ascrivibile ai secoli XII-XIII, per la sua posizione, oggi particolarmente privilegiata dal passaggio della strada rotabile, è stata da sempre una delle più famose della zona.
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